MOSTRA DI NATALE
Mostra presentata dalla Galleria
Studio d’Arte dell’Ottocento di Livorno
Vernissage: Sabato 14 Dicembre, ore 17.00 Durata: 14 Dicembre 2013 – 11 Gennaio 2014 Orario: Feriali 10-12.30 / 16-19.30 (festivi su appuntamento)Download Invito in PDF Download Presentazione della mostra in PDF |
Sede della Mostra: Studio d’Arte dell’800 Via Roma 63/67 57126 – Livorno Tel e fax: +39 0586 815200 post@800artstudio.com www.800artstudio.com |
La Galleria STUDIO D’ARTE DELL’OTTOCENTO
sabato 14 dicembre alle ore 17.00 inaugura la MOSTRA DI NATALE che comprende una selezione di una sessantina diopere. La mostra prende il suo avvio dalla storica “macchia” rappresentata da Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Vincenzo Cabianca. L’esposizione prosegue con una interessante galleria di ritratti che documentano l’evoluzione di questo genere artistico nel corso di mezzo secolo (1880-1930).
E’ magistralmente modulato sui bianchi, il bel dipinto di declinazione naturalista eseguito con tocco sapiente da Angiolo Tommasi a Laura Biondi, moglie di Riccardo Mazzola, professore di matematica all’Accademia Navale, e figlia dell’avvocato livornese Valerio Biondi. Patriota e combattente della guerra del ’59, Biondi era amico di Diego Martelli e degli artisti che frequentavano la tenuta di Castiglioncello (è nota una asciutta, essenziale tavoletta di Giovanni Fattori che ritrae Valerio Biondi nel 1875). Valerio Biondi era anche amico di Angiolo Tommasi, la cui figlia Ida andò in moglie al figlio dell’avv. Barilaro, socio di studio del Biondi.
La giovane donna dal volto malizioso e dall’eleganza à la page è ritratta con flessioni impressioniste da Leonetto Cappiello appena giunto a Parigi (1898), ospite del fratello per una breve visita che si trasformerà in permanenza duratura.
Nella capitale francese, che lo accoglierà per la vita, elargendogli successo ed onori, Cappiello intraprenderà la sua brillante carriera di cartellonista di fama internazionale. In occasione di questa mostra sono esposti due grandi manifesti, usciti dal suo prorompente e sagace pennello (Cognac Pellisson del 1907 e Veuve Amiot – Cremant du Roi del 1922).
Enigmatico il ritratto dal titolo Melencolia, eseguito da Carlo Cecchi (Firenze 1890 – Asolo 1943), da identificare forse con il dipinto Il giovane poeta presentato alla Primaverile fiorentina del 1922. Dietro l’intenso, magnetico volto del giovane uomo dai bei lineamenti campeggia la nota, alchemica incisione ‘Melencolia I’ (1514) di AlbrechtDürer, dal contenuto ermetico ed esoterico, sul quale a lungo hanno dibattuto gli studiosi del geniale artista rinascimentale (“… e tuttavia si rimane affascinati anche guardandola con occhio ‘profano’ perché quell’immagine ci racconta i sentieri dell’uomo che, impegnato nella ricerca di sé, non può sottrarsi allo scavo interiore…” Claudio Lenzi).
Llewelyn Lloyd ritrae la figlia ancora bambina in Gwendolen studia (o Ore di studio), vigoroso brano pittorico dalla materia smaltata, realizzato con pennellate solide e compatte che attestano l’adesione dell’artista al linguaggio sintetico del Novecento, affermato con potenza da Felice Casorati nella pensosa, remissiva immobilità della Fanciulla seduta dagli occhi immensi come la pena che racchiude in seno (1933).
Accanto alla tormentata sofferenza della Donna col cappello di paglia, ritratto dal ruvido idioma espressionista, è esposta una geniale, inconsueta Composizione futurista, grande tempera e collage realizzata con i più svariati materiali cartacei da Lorenzo Vianialla fine degli anni Venti.
Numerose le opere di artisti che hanno operato nella prima metà del Novecento: i livornesi Silvio Bicchi presente con tre gustosi pastelli, Ulvi Liegi con Borgo in Valsugana, Plinio Nomellini con Capri, poi i viareggini Moses Levy presente con una rara, vigorosa natura morta ripresa dall’alto e due splendide marine degli anni Venti, Galileo Chini con un suggestivo paesaggio invernale. Giovanni Colacicchi con il suo realismo magico (La casa dell’americano), Arturo Checchi con la sua baldanzosa banda musicale e lo straordinario paesaggio del 1928 dedicato al padre da Ferruccio Ferrazzi. Sono infine presenti diversi Natali di bel periodo: dall’avvincente Venezia notturna, al colorato Porto di Livorno, al rarissimo, arioso dipinto eseguito nel 1903 che rappresenta la Costa del Boccale. E ancora cinque sintetici paesaggi che documentano una inedita attività di Renato Natali: quando l’artista forniva alla S.E.C.I. (Società Elettrotecnica Chimica Italiana) motivi decorativi dipinti su finissima tela che venivano utilizzati per coprire l’altoparlante dei radiofonografi di lusso ideati dalla ditta milanese negli anni Trenta. Questi cinque paesaggi sono stati fino ad oggi conservati dalla famiglia dei proprietari della S.E.C.I., che erano di origine livornese, ciò che giustifica il rapporto intercorso tra la ditta milanese e Renato Natali.
Lo Studio d’Arte dell’Ottocento augura Buon Natale e un sereno, allegro, colorato e rigenerante Anno Nuovo, a tutti gli amici collezionisti e appassionati d’arte.