Ugo Celada nasce a Cerese (frazione di Borgo Virgilio in provincia di Mantova) nel 1895, e morirà centenario nel 1995 a Varese; tuttavia la sua attività pittorica, che inizia nel 1920 con la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia (dove si firma Ugo Celada da Virgilio), si conclude negli anni Settanta.
E’ un maestro dell’arte figurativa del Novecento che si è dedicato al ritratto con notevole successo, alla natura morta, al nudo e anche al paesaggio, usando un autonomo e magico linguaggio oggettivista che in parte lo accomuna ad artisti come Sciltian, Antonio Donghi e Cagnaccio da San Pietro.
Dotato per il disegno, Ugo nel 1906 frequenta la Scuola di Arti e Mestieri di Suzzara (Reggio Emilia), poi continua a studiare nella Regia Scuola di Arte Applicata di Mantova. Una borsa di studio ottenuta quando è ancora giovanissimo gli permette di seguire i corsi di Cesare Tallone all’Accademia di Brera a Milano. Nel 1914 lascia gli studi per arruolarsi e a guerra finita, soggiorna a Genova e a Parigi, poi s’insedia a Milano.
Partecipa alla Biennale di Venezia anche nel 1924, poi in quella del 1926, dove espone l’opera Distrazione, riscuote il lusinghiero apprezzamento del famoso pittore e critico Emile Bernard (membro della Giuria di accettazione), che lo considera grande artista italiano e lo impone all’attenzione della critica e del pubblico.
Ugo Celada in quegli anni soggiorna a Parigi e si avvicina all’ambiente artistico milanese di Novecento partecipando a mostre collettive, ma già nel 1931 se ne dissocia. Si presenta nel capoluogo lombardo con due mostre personali nel 1929 e nel 1932, ancora alla Galleria Salvetti nel 1940; partecipa durante gli anni Trenta ad alcune esposizioni nazionali; ma sempre più insofferente, va defilandosi dai palcoscenici ufficiali per inclinare verso una condizione d’isolamento artistico che si accentua nel dopoguerra. Malgrado ciò, riceve numerose commesse private, proseguendo nella sua attività di valente ritrattista dell’alta borghesia lombarda.
Nel 1959 organizza personalmente la prima mostra collettiva del Movimento dei pittori oggettivisti nella Galleria Cairola di Milano.
La sua nutrita produzione pittorica mostra la statura di un grande artista in continua ricerca, dagli anni del realismo novecentista e magico fino alla pittura oggettivista. Nelle sue composizioni e nei suoi ritratti, è indubbiamente la rappresentazione nitida e precisa della realtà che lo interessa. Ma tale realtà egli, con la sua abilità di costruttore munito di pennello e colore, sa oggettivarla, andando oltre il dato reale, per penetrarlo e per farlo diventare illusorio e teatrale. Sono le sue scelte prospettiche inconsuete, i piani che si sovrappongono e s’intersecano tra loro senza violenza, il cromatismo ora raggelante ora incantato, le sottili reminiscenze classiche a rendere l’atmosfera magnetica e segreta, sospesa fuori dal tempo e dallo spazio.
Nel 1985 l’artista dona al Museo Virgiliano del Comune di Virgilio una collezione di 56 suoi dipinti, e nello stesso anno Flavio Caroli scrive l’introduzione al catalogo della collezione permanente, rivalorizzando questo artista poco incline alla ribalta, che isolandosi, si è fatto dimenticare dalla critica.
Testi: G.B.d.C.
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