Fin da ragazzino comincia a disegnare e a dipingere da solo senza l’insegnamento di nessun maestro. I primi dipinti conosciuti risalgono al 1898 e il primo riconoscimento arriva nel 1903 con una medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione, poi nel 1905 partecipa alla Biennale di Venezia. La sua passione per la pittura lo porta ad andare continuamente in giro: abbozza e prende appunti di quello che lo colpisce, poi rientra nello studio e concretizza le annotazioni sulle tele; Livorno sarà sempre uno dei temi preferiti, le sue piazze, le strade e il litorale di Antignano.
Nel 1913 viene invitato in Inghilterra, a Brighton, per partecipare ad una Mostra Internazionale di Litografia e sempre nello stesso anno si reca a Parigi, ospite dell’amico commediografo Dario Niccodemi; durante questo soggiorno parigino fa amicizia con Amedeo Modigliani e conosce diversi pittori francesi.
Nel 1914 ritorna a Livorno intimamente cambiato, comincia a dedicarsi con più costanza alla pittura ed anche il contenuto delle sue opere risente del soggiorno parigino: i colori si fanno più brillanti, la tecnica pittorica varia a seconda del soggetto e i temi si fanno più vitali. Intorno agli anni venti il pittore collabora con la rivista settimanale “Il Mondo” realizzando numerosi disegni, condivide la nascita del “gruppo Labronico” e partecipa a tutte le mostre sindacali livornesi e toscane; iniziano a svolgersi anche le sue prime mostre personali a Livorno, Roma, Genova e Milano.
Durante il secondo conflitto mondiale non abbandona mai Livorno nonostante i frequenti bombardamenti e al termine della guerra dipinge la sua celebre tela “La preghiera dei rimasti”. Nel 1974 Livorno dedica a Natali una retrospettiva e una pubblicazione monografica. Renato è senz’altro il pittore prediletto dai livornesi, proprio per la sua passione nell’illustrare tutti gli aspetti della sua città: la Livorno di Natali scaturisce dalla sua fantasia creativa, all’interno del suo studio e nella rielaborazione degli appunti presi dal vivo.
Testi: Cecilia Iacopetti
Renato Natali (Livorno 1883 – 1979) segue i corsi di Lorenzo Cecchi alla Scuola di Arti e Mestieri a Livorno. Nel 1905 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia (dove sarà presente anche nel 1907, 1910, 1920, 1922, 1924 e nel 1930) con l’opera Mezzanotte. Cantore della notte, Natali realizza una nutrita serie di notturni di declinazione simbolista. Agli occhi dell’artista Livorno specialmente nelle ore notturne, si trasforma in un palcoscenico mosso e variopinto, in un teatro di vita quotidiana e di animazione.
Dal 1908 inizia a frequentare il celebre Caffè Bardi. Nel 1912 partecipa alla I Mostra d’Arte a Livorno e si aggiudica la medaglia d’oro dalla Pubblica Istruzione. Nel 1913 si reca a Parigi dove è ospitato del commediografo livornese Dario Niccodemi (al quale farà un ritratto). Durante il soggiorno nella capitale francese Natali incrementa il suo interesse per la grafica influenzato dai fermenti artistici che vi si respiravano. Frequenta Leonetto Cappiello, Giovanni Boldini, Maurice Utrillo, Gabriele D’Annunzio e rivede l’amico Amedeo Modigliani, conosciuto nello studio di Micheli. Visita esposizioni e Salons che gli consentono di appropriarsi e di metabolizzare linguaggi diversi, che porterà con se al suo rientro in Italia. Nel 1913 presenta alcune litografie all’Esposizione Internazionale di Brighton. Nel 1917 soggiorna a Milano, dove conosce Vittore Grubicy De Dragon e gli vengono commissionati dei disegni per la rivista settimanale Il Mondo.
Nel 1920 insieme a altri artisti livornesi fonda il Gruppo Labronico (del quale sarà presidente dal 1977 al 1979). Nel 1922 partecipa alla Primaverile fiorentina, con sette opere. L’anno seguente tiene una mostra personale a Bottega d’Arte. Nel 1924 espone alla VIII Mostra del Gruppo Labronico presso la Galleria Pesaro di Milano.
La sua attività pittorica e espositiva è fittissima, partecipa alle più importanti esposizioni nazionali e internazionali e tiene numerose personali. Durante tutto l’arco della carriera Natali ha stretto un profondo dialogo con la sua città natale, eseguendo infinite varianti dei soggetti più amati: scorci cittadini, gruppi di popolane, serenate, risse, veglioni e scene ambientate in teatro e al circo, pagine poetiche, folkloristiche, chiassose, drammatiche ma anche malinconiche.
Testi: Azzurra Conti
Bibliografia:
M. Borgiotti, Renato Natali, catalogo della mostra, Firenze 1945.
AA.VV., Renato Natali nel centenario della nascita, Livorno 1983.
F. Donzelli, Renato Natali (1883-1979), 2 voll., Bologna 1998.
D. Matteoni, Renato Natali: un prestigiatore del colore verso le avanguardie, Firenze 2007.
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