Fratello minore di Francesco, a lungo ritenuto mediocre rispetto ad esso, è oggi riconosciuto come pittore colto e coerente, benché approdato all’arte piuttosto tardi, da autodidatta, dopo gli studi di giurisprudenza. Vivendo con il fratello, ne è influenzato stilisticamente nei primi saggi paesistici, partecipa ad appassionate discussioni sull’arte, con amici e colleghi, e s’interessa alla pittura macchiaiola, in particolare a Fattori, come dimostra la predilezione per le scene maremmane e militari.
Nel 1889 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi con “Ritorno dal pascolo”; sempre nel 1889, a Parigi, è premiato con “Scene di Maremma”. Da allora prende parte assiduamente alle più importanti esposizioni italiane e, in particolare, a quelle della Società di Belle Arti di Firenze. Nel 1894 invia a Milano “Nei prati” e “Fiera di vacche”; nel 1895 si presenta alla Prima Biennale di Venezia con “Novembre”.
La fortuna incontrata dalla cospicua produzione di Gioli l’ha resa un modello di riferimento per due successive generazioni di pittori toscani post-macchiaioli, spesso arrivando alla riduzione delle sue incisive figure a banale stereotipo.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800