Ludovico, ultimo figlio di Isolina Vivoli e Luigi Tommasi, ha un approccio all’arte che si discosta da quello abitualmente intrapreso dai giovani toscani coetanei e dal fratello Angiolo che si avvicinano alla pittura e al disegno, formandosi ai corsi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e alla scuola libera del nudo, diretta da Giovanni Fattori. Ludovico, fin da piccolo, rivela una viva passione per la musica che fa sì che i genitori, nel frattempo trasferitisi nella casa fiorentina di Bellariva, lo iscrivano al Conservatorio musicale fiorentino dove negli anni Ottanta si diploma in violino.
Nello stesso periodo, l’assidua presenza del pittore Silvestro Lega in casa Tommasi che segue nella pratica pittorica il fratello Angiolo, induce anche il sedicenne Ludovico che non ha quasi mai disegnato, a orientarsi verso l’arte della pittura. Sotto l’amichevole guida del grande maestro macchiaiolo, con passione si applica allo studio dal vero, dipinge en plein air la campagna a ridosso di Firenze, un po’ occhieggiando il fare di Angiolo, un po’ seguendo la lezione del Lega maturo. Nel 1884 debutta alla Promotrice Fiorentina con uno “Studio dal vero”, e nel 1886 è tra i pittori presenti all’Esposizione di Belle Arti di Livorno; alla fine degli anni Ottanta è a Milano per il servizio militare. Durante il soggiorno meneghino si affina nel disegno, tecnica che negli anni della maturità diventerà per lui quasi preminente rispetto ad altri metodi pittorici.
Rientrato in Toscana, continua a presentare i suoi studi dal vero a varie esposizioni e nei primi anni Novanta lo troviamo a Torre del Lago insieme al fratello e ai pittori del Club la Bohème. Stringe amicizia con Giacomo Puccini e insegna violino ad Antonio, figlio del compositore. Ai primi del Novecento si accosta alla tecnica divisionista, che interpreta in modo del tutto personale, realizzando armoniosi brani pittorici di andamento musicale, modulati su una variatissima gamma di morbidi passaggi di colore.
Nel 1904 espone a Firenze al Palazzo Corsini con il gruppo dei Secessionisti, nel 1905 decora le sale dell’Esposizione dell’arte Toscana a Firenze con Galileo Chini, Costetti, Ghiglia e De Carolis. Nel 1906 aderisce al gruppo della Giovine Etruria, presentandosi a Milano all’Esposizione Nazionale d’Arte del Sempione. Nel 1912 fonda insieme all’amico Carlo Raffaelli la Libera Scuola dell’Acquaforte in un locale dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1914 compie un viaggio in Romania, di ritorno in Toscana, accanto alla pittura a olio e a pastello che non abbandonerà mai, si dedica sempre più assiduamente alla grafica. Dagli anni Venti con larghe pennellate costruttive e impasti cromatici densi si sofferma sulla vita delle donne, per lo più popolane, colte nelle mansioni quotidiane.
Giovanna Bacci di Capaci
© 800/900 ARTSTUDIO