Di origine anglo-svizzera, vive sin dall’infanzia a Firenze. Nel 1915, dopo un breve soggiorno parigino, espone a Firenze una serie di disegni astratti, entrando in contatto con i futuristi fiorentini. La creatività di Thayaht (pseudonimo perfettamente “bifronte”, leggibile allo specchio come dal vero) è del resto emblematica dello spirito eclettico del Secondo Futurismo: spazia dalla pittura alla scultura, dalla moda al teatro, dalle arti decorative alla grafica pubblicitaria, dalla fotografia alla progettazione d’interni.
Nel 1918 torna a Parigi dove s’iscrive all’Académie Ranson, frequenta gli ambienti dell’avanguardia e avvia l’attività di stilista in collaborazione con Madaleine Vionnet, creando originali modelli ispirati allo stile “deco”. L’anno seguente, rientrato a Firenze, inventa e diffonde, con inaspettato successo la “tuta” da lavoro a forma di “t”, realizzata in un unico pezzo di stoffa, nata per le masse, ma adottata inizialmente dagli ambienti snob fiorentini.
Dopo una mostra personale a Firenze nel 1920, parte per gli Stati Uniti, dove segue, ad Harvard, corsi sulla colorazione scientifica e la geometria dinamica; nello stesso periodo continua la collaborazione con la Casa di moda Vionnet. Rientrato in Italia, nel corso degli anni Venti, prosegue la sua attività nel campo delle arti applicate. Antesignano dell’Industrial Design, all’Esposizione Internazionale d’Arti Decorative di Monza del 1923 e del 1927 espone, oltre a bozzetti di stoffe e abiti, anche mobili e oggetti d’arredamento di alta qualità, eppure destinati alla larga diffusione. Si cimenta anche nel campo dell’oreficeria, inventando la “taiattite”, una lega d’argento e alluminio con cui realizza monili di foggia primitiva e di gusto ancora attuale.
Le soluzioni spiccatamente sintetiche e geometrizzanti della sua pittura e l’impronta dinamica della scultura favoriscono, nel 1929, l’incontro con Marinetti e la partecipazione alla mostra “Trentatre futuristi” alla Galleria Pesaro di Milano. Parallelamente Thayaht coltiva, insieme all’amico Maraini, l’interesse per la fotografia e collabora con il Teatro dei Fidenti, a Firenze, disegnando numerose scenografie.
Nel corso degli anni Trenta partecipa alla Prima Quadriennale romana (1931), organizza la Mostra Futurista di Pittura, Scultura, Aeropittura, Arti Decorative alla Galleria d’Arte Firenze, partecipa, alle Biennali veneziane dal 1932 al 1936 e alle Triennali di Milano del 1933 e 1936. Dalla metà degli anni Trenta si ritira a Marina di Pietrasanta, dove approfondisce gli studi scientifici ed astronomici e, nel secondo dopoguerra, fonda il CIRNOS (Centro indipendente raccolta notizie osservazioni spaziali), con il fine di segnalare e dimostrare l’apparizione degli UFO.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800