Nato a Lucca nel 1878, dopo gli studi al Liceo classico Daniele scelse la professione di farmacista, abbandonata dopo pochi anni, della quale resta un ricordo in alcuni quadri giovanili firmati A. Speziale. La carriera di Daniele si svolse lungo un percorso di oltre quarant’anni. Durante la formazione, da autodidatta, il pittore s’interessa ad artisti come Domenico Morelli, Vittorio Grubicy, Pellizza da Volpedo, e quindi ad una pittura che privilegiava il dato contenutistico. Le prime opere (eseguite tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento) riflettono la volontà di superare la tradizione della pittura locale fedele al naturalismo impressionista introdotto dal pittore ternano Alceste Campriani.
La grande tela del 1904 intitolata “Venerdì Santo”, lascia intravedere i successivi sviluppi della sua ricerca (“Boheme”, 1910-12; “La vostra tomba è un’ara”, 1919), improntata a soggetti allegorici, religiosi e letterari. Negli anni intorno alla prima guerra mondiale Daniele matura l’interesse per una ricerca di colore-luce di ascendenza divisionista e la applica in quadri dall’atmosfera notturna, silenziosa.
Degli anni Venti ricordiamo quadri di grande delicatezza coloristica, come il “Viatico del povero” (1920-25) e il “Gesù sulle acque” (1921-22), opera inviata, ma non esposta, alla XIII Biennale veneziana (1922). Tra 1930 e 1939 abbandona momentaneamente le grandi composizioni allegorico-religiose per dedicarsi a piccoli paesaggi e soprattutto a nature morte su compensato o su masonite, trattate con tavolozza nitida e luminosa, lontana ormai dal divisionismo.
Nel 1940, Daniele interrompe il suo lungo isolamento, esponendo le sue opere alla Galleria Salvetti di Milano. Il buon risultato economico lo stimola a presentarsi nuovamente al pubblico, due anni più tardi, alla Galleria Ranzini, sempre a Milano. Al rientro a Lucca, nell’aprile 1942, il pittore è ormai stanco e malato. Torna, progressivamente, ad isolarsi nel suo studio e muore il 15 agosto 1944.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800