Angiolo, secondo dei fratelli Tommasi, nasce a Livorno, dove compie i primi esercizi di pittura alla Scuola Comunale di Disegno e frequenta gli studi di Angiolo Lemmi e Natale Betti. Si iscrive poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove segue i corsi di Giuseppe Ciaranfi. La villa dei Tommasi alla Casaccia, presso Firenze, diviene in quel periodo centro di un nutrito salotto artistico, frequentato da letterati come Giosuè Carducci e da pittori come Fattori, Lega, Borrani e Colcos, dai quali il giovane Angiolo trae senz’altro importanti stimoli per la propria evoluzione artistica.
Alla Promotrice del 1881 presenta “La bella riva lung’Arno”, l’anno seguente espone uno “Studio dal vero” e “La Via Torretta a San Salvi”. Si ispira anche a scene e paesaggi marini, in opere come “Scogliera” e “Il pescatore di rezzaglio”, che presenta alla Promotrice del 1891. Nel 1885 si stabilisce definitivamente a Firenze con la moglie Adelina Bertolini, espone periodicamente alle Promotrici cittadine ottenendo un vasto consenso di critica e di pubblico; nel 1889 è premiato a Parigi per la tela “Le bagnanti” e nel 1899 partecipa alla Prima Biennale veneziana con “Il riposo delle gabbrigiane”.
Nel 1899 intraprende un viaggio in America del Sud, passando dalla Patagonia alla Terra del Fuoco, ed espone a Buenos Aires numerose opere ispirate a quei luoghi, commissionategli dal governo argentino. Rientrato in Italia si stabilisce a Torre del Lago, frequenta l’ambiente del musicista Giacomo Puccini e si ritrova insieme a Nomellini, Ferruccio Pagni, Francesco Fanelli all’osteria di Gambe di Merlo, dedicandosi ad una pittura ispirata dal paesaggio lacustre, caratterizzata da un luminismo acceso e da una fattura rapida, ormai lontana dall’impronta macchiaiola degli inizi.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800