Nato a Livorno in una famiglia benestante, si trasferisce giovanissimo a Firenze, dove frequenta le lezioni di Giuseppe Ciaranfi e Michele Gordigiani all’Accademia di Belle Arti. Nel 1886, ad appena diciassette anni, espone con Fattori, Lega, Adolfo e Ludovico Tommasi alla Prima Esposizione di Belle Arti a Livorno. Nel 1888, in seguito a dissesti finanziari, la sua famiglia decide di trasferirsi a Parigi, dove il giovane Muller segue l’insegnamento di Francois Flameng e, dopo il 1892, di Carolus-Duran. Supera tuttavia rapidamente la pittura d’impostazione accademica a favore delle ricerche cromatiche e luministiche degli impressionisti, in particolare Monet e Pissarro.
Fino al 1914 vive in Francia, alternando frequenti viaggi in Italia, dove espone più volte alla Promotrice fiorentina, ed è proprio il “carattere francese” dei sei quadri esposti a Firenze nel 1890-91, a suscitare vivacissime polemiche. Il “mullerismo” divide infatti l’ambiente fiorentino di fine Ottocento, tra giovani sostenitori, come Nomellini, Ferruccio Pagni, Enrico Banti, Edoardo Gordigiani, Leonetto Cappiello e detrattori come l’anziano Fattori, che nelle tre note lettere del gennaio-marzo 1891, accusa Plinio Nomellini e “un gruppo di scolari” di seguire passivamente l’esempio di Muller e le mode d’oltralpe, dimenticando le proprie origini artistiche.
Muller continua ad esporre e riscuotere successi nella Firenze degli anni Novanta: nel 1891-92 partecipa alla Promotrice e nel 1896-97 alla Festa dell’Arte e dei Fiori, con opere di indirizzo impressionista. Tornato a Parigi nel 1895 stringe amicizia con Pissarro, Renoir, Lautrec e Cezanne. La lezione di Cezanne in particolare è determinante per Muller, che sostituisce gradualmente il monettismo dei primi anni di attività con il cezannismo delle opere esposte nel 1914 alla II Secessione romana.
Nel 1903 soggiorna a Londra, nel 1908 sposa la pittrice Marguerite Thomann e nel 1913 diventa cittadino francese. L’anno seguente, allo scoppio della prima guerra mondiale, si trasferisce in Italia, prima a Taormina, poi a Firenze, in una villa a Settignano, dove vivrà fino al 1930. In questi anni partecipa attivamente alle iniziative espositive della città (come l’importante Primaverile fiorentina del 1922) e il linguaggio cezanniano dei suoi dipinti, come gli articoli pubblicati da Soffici su “La Voce”, contribuiscono a diffondere in Toscana la conoscenza dell’artista francese. Come già in passato, l’attività di divulgazione culturale di Muller suscita profondo interesse nell’ambiente fiorentino. Insieme all’amico Edoardo Gordigiani, Muller contribuisce alla formazione della collezione di Egisto Fabbri, oggi dispersa, che comprendeva opere di artisti francesi, tra i quali, Cezanne e van Gogh.
L’attività espositiva di Muller proseguirà intensamente negli anni successivi: nel 1914 espone undici opere in una sala individuale alla Secessione romana, nel 1922 tiene una personale alla Galleria Pesaro di Milano e infine, nel 1930, allestisce un’altra importante personale alla Saletta Gonnelli di Firenze, prima di tornare stabilmente a Parigi, dove muore il 7 febbraio 1939.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800
Cerco, acquisto, acquisisco, compro, tratto e vendo opere, quadri e dipinti di Alfredo Müller