Angiolino Spallanzani è un solitario, molto riservato e refrattario alla notorietà, poco propenso a presentare la sua produzione pittorica a mostre ed esposizioni, infatti partecipa alla Sindacale di Bologna nel 1932 e a pochi altri eventi collettivi. Aderisce al secondo futurismo, quello dell’aeropittura, da sempre attratto dalla libertà assoluta della fantasia, dal volo, dalla velocità e dal dinamismo dei mezzi di locomozione, dall’uomo “artefice” che inventa e costruisce le sue macchine. Spallanzani esegue numerosi schizzi e progetti di opere meccaniche, di auto e di aerei, e congegna personalmente le sue motociclette e le sue automobili (una sua moto di legno è esposta tra le opere futuriste al Mart di Trento e Rovereto). Spallanzani è un artista eclettico, pittore di paesaggio e ritrattista, geniale cartellonista, caricaturista, inventore e progettista, e anche scenografo per l’arena di Verona.
Nasce a Reggio Emilia nel 1902 e cresce tra Reggio e Barco in una famiglia benestante dove respira l’arte fin da piccolo, infatti è nipote da parte di madre di Gaetano Chierici (1836 – 1920), pittore che ha largamente influenzato la pittura reggiana tra 800 e 900. Angiolino cresce anche in un ambiente legato alla disputa politica, il padre Giuseppe, brillante avvocato, è politicamente attivo e in uno storico ballottaggio elettorale batte il celebre socialista reggiano Camillo Prampolini.
Angiolino non ama la politica e libera la “fantasia” cantata dai futuristi nel campo infinito dell’arte, aderendo idealmente al manifesto dell’Aeropittura futurista (1929), attratto dal mito della modernità, dalla velocità, dalle capacità industriose dell’uomo-artefice. Negli anni Venti e Trenta si dedica alla pubblicità che realizza con un linguaggio stilistico asciutto e sintetico, ma non tralascia lo studio della figura e il paesaggio, esegue molti ritratti e svariati autoritratti. Isolato e laborioso, lavora alle sue tele e ai suoi progetti aerodinamici ancora negli anni Sessanta. La morte lo coglierà nel 1974 durante un soggiorno nell’amata casa di campagna a Barco.
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