Nato a Lucca, allievo al locale Istituto di Belle Arti, Ezio Ricci mostra negli anni giovanili una predilezione per la pittura verista, testimoniata da quadri come “Donne che pregano”, del 1903, e “Ritratto della nonna”, del 1907. Nominato nel 1916 titolare della cattedra di ornato e decorazione all’Accademia di Belle Arti di Perugia, vi trascorre sette anni caratterizzati da un’intensa e felice attività pittorica. Risalgono a questo periodo alcune delle opere migliori, con soggetti ispirati alla vita domestica e familiare, nel segno di un ritrovato intimismo. È il caso del grande “Interno” del 1922, nel quale una giovane donna è ritratta mentre ricama serenamente, vicino ad vaso di margherite.
Nel 1923 torna nella città natale, con l’incarico di professore di ornato all’Istituto di Belle Arti trasformato, in seguito alla Riforma Gentile dell’insegnamento artistico, in Istituto d’Arte. Il suo stile mostra un nuovo interesse verso il movimento novecentista (“Contadinelle toscane”, 1925); tuttavia, gran parte delle opere di questo periodo sono disperse in raccolte private non identificate. Nel 1929 ottiene affidata la cattedra di decorazione murale pittorica e la direzione dell’Istituto d’Arte, incarico, quest’ultimo, mantenuto fino al 1961.
Contemporaneamente all’attività di insegnante Ezio Ricci continua a dipingere attivamente partecipando, fino agli anni Cinquanta, a numerose esposizioni in tutta Italia. Ricordiamo la Quadriennale di Torino del 1923, l’Esposizione Nazionale di Roma del 1926, la Mostra Regionale d’Arte Toscana di Firenze nel 1931 e nel 1942, la Mostra internazionale d’Arte Contemporanea di Roma del 1955. Tenne inoltre numerose mostre personali a Lucca, l’ultima delle quali, postuma, risale al 1980.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800